pensieri senza identità
frattanto io
ti ascolto rantolare
e mi sento onnipotente
e padrone del tuo destino.
Non ho alcuna ragione
per la quale
infierire sopra il tuo corpo
ma solamente il piacere
di vederti sputare sangue
di assaporare il tuo dolore.
Sei soltanto un trofeo
niente di più di una vittima
che ho scelto per caso
tu, preda del mio delirio
di questa dolce pazzia
nella quale mi sento bene.
Quanto tempo ti occorre
prima di tirare le cuoia?
E però non dispiace
osservare ancora e a lungo
lo spettacolo meraviglioso
della tua tragica morte.
Dunque addio
chiunque tu fosti, tesoro
un gioco, ahimè, irreplicabile
un piacere afrodisiaco
comunque qualcosa di bello
che non potrò mai scordare.
N° 3841 - 31 ottobre 2019
Il Custode
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