io dovrei farlo più spesso
però, come i codardi
resto nascosto nell’ombra
dove il pensiero è cieco
e non riesce a trovarmi.
Poiché tu mi manchi
ma se solo io lo sapessi
il cuore farebbe male
e faccio spallucce al dolore
che insiste sulla mia pelle
come fosse cera rovente.
Desiderare di averti
è diventato un sortilegio
ed io affilo le mie labbra
da avvicinare alle tue
ma scivolo dentro la nebbia
e di te mi rimane la eco.
Guardo all’orizzonte
prima che scenda la notte
a spengere il tuo profilo
io adesso provo a sfiorarlo
fallisco, e provo ancora
dimenticarti…questo dovrei.
N° 3803 - 1° ottobre 2019
Il Custode
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