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giovedì 17 ottobre 2019

SCRIVI

Scrivi, giovane amore
fallo dal mondo distante
che ti ha rubato la vita
quello che io ho percorso
in cerca del tuo sospiro.

Io ho solcato l’oceano
come Ulisse mi sono perduto
il cartello indicava Atlantide
ma io cercavo il tuo paradiso
per abbandonare il mio inferno.

Tra le stelle, oramai orfane
c’era la luna che ti adulava
però quei baci e quelle moine
sono stati la prima dedica
che io dedicai al tuo viso.

C’è un silenzio, bambino mio
che nessuno mi sa raccontare
né il carillon con la tua voce
né le cicale da sempre loquaci
sparse per i prati verso Lencisa.

E se tu scrivi, io imparerò
a leggere i fondi del mio caffè
la mia anima è nera abbastanza
per confondersi dentro la notte
per smarrirsi oltre l’oblio.

E ti attendo in fondo ai sogni
e nei sogni io sono felice
perché tu resti, pazientemente
a lenire il mio dolore
come non può fare nessuno.

  N° 3825 - 17 ottobre 2019

                                                  Il Custode

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