sul pulpito, nella sua chiesa
ed i fedeli, in silenzio
ascoltavano le sue parole
molti lo credevano un santo
un vero emissario di Dio.
Egli arringava gli astanti
mentre il demone alle sue spalle
scuoteva con forza la testa
in un moto di rabbia profonda
disprezzava la sua falsità
conosceva i suoi segreti nascosti.
Seppure, durante ogni messa
esaltasse le virtù del Divino
nella buia alcova della sacrestia
il prete dava sfogo ai suoi vizi
alla sua natura perversa
ed abusava i seminaristi.
Accadde in una notte scura
di pioggia, tuoni e tregenda
che il demone gli si manifestò
assumendo la forma più spaventosa
ed il prete sentì un gran dolore
ed il cuore gli implose nel petto.
…Vagò, quell’anima sperduta
sentieri che non conosceva
e comprese di essere morto
però non accettava quei luoghi
troppo distanti dal cielo
dall’ebete sguardo dei beati.
E chiamò a gran voce il demone:
<<Questo posto non mi si addice
poiché io sono un uomo di Chiesa
la mia casa è il regno di Dio…>>
Risoluto nella sua arroganza
egli attese la sua risposta.
E giunse il soffio del demone
e con esso, un beffardo sorriso:
<<Tu eri un uomo malvagio
così come malvagio è il tuo Dio
tu non meriti l’Eden né gli inferi
Il tuo solo destino è l’oblio!>>
N° 3806 - 3 ottobre 2019
Il Custode
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