e mi tiene inchiodata
alla croce di un sentimento
che mi distrugge l’anima
ma dà ossigeno al cuore.
Sicché accetto i tuoi fiori
finanche le tue percosse
ed a tempesta trascorsa
io mi pulisco dal sangue
dall’ombra del mio dolore.
Io voglio ritornare bella
come quando mi amavi
prima che imparassi ad odiarmi
poiché io sono testarda
o forse solamente folle.
Mi domando come riesci
a trasformare il tuo sguardo
da docile e lieve carezza
a sasso duro e appuntito
che impatta sopra il mio viso.
Hai forza, nel tuo sadismo
però la tua mente è debole
almeno quanto la mia
che non si sa liberare
dai legacci della tua crudeltà.
E dopo aver pianto lacrime
io torno ad implorarti di restare
che non so fare a meno di te
o mio adorato carnefice
…questo amore è malato.
N° 3837 - 28 ottobre 2019
Il Custode
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