seppure l’artiglieria
vomiti proiettili e fuoco
verso le nostre trincee.
Sembrano essere quieti
i lamenti dei moribondi
io osservo le mie ferite
e non sento alcun dolore.
La collina, l’intera vallata
un cimitero privo di lapidi
quale sarà mai la ragione
di un odio così viscerale?
C’è troppo silenzio
persino nella bava di vento
che scivola sul filo spinato
come una mano sull’arpa.
Io, però, resto immobile
con il mio petto sventrato
burattino senza più fili
impegnato nell’ultimo inchino.
La collina, l’intera vallata
sono ologrammi distanti
sicché io adesso rammento
di essere morto di guerra.
N° 3811 - 7 ottobre 2019
Il Custode
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