moribondo nel petto
nero quanto la notte
quanto il silente dolore.
Sul fondo della voragine
il suo profilo è una eco
e viaggia l’intero cosmo
e dopo non sa ritornare.
Piovono stelle gitane
sorride una luna lasciva
ma esso è cieco ed è sordo
inoltre non sa più parlare.
Simili a schegge di fulmini
giungono antichi ricordi
si impigliano sopra le rughe
come il sale sulle ferite.
Ed il destino è all’angolo
sa d’essere stato malvagio
e si tramuta in sospiro
poi in un mulinello di rabbia.
Ho il cuore d’antrace
un guerriero senza speranza
che benché non lo desideri
ha deciso di battere ancora.
N° 3840 - 30 ottobre 2019
Il Custode
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