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mercoledì 23 ottobre 2019

PRIMA DELLA TEMPESTA

E fu il grido di un gabbiano
solitario nel cielo plumbeo
che mi risvegliò dal torpore
del tuo amore narcotizzante.

Tu avevi prenotato il viaggio
molto distante dal mio silenzio
io osservavo le foglie volare
ma non vedevo in quale eri salita.

L’adulatore, ultimo autunno
aveva colpito giusto nel segno
e ti raccontò le parole d’amore
che tu avevi bisogno di ascoltare.

Le cimici sopra il mio balcone
scrivevano l’addio sulle piastrelle
poiché conoscevano il tuo disagio
quello che io insistevo ad ignorare.

Il tuo sguardo ferito era lo stesso
che indossavi prima della tempesta
era quello depredato a una rondine
che aveva smarrito la via del nido.

Intanto io mi mordevo le labbra
per non supplicare le parole pensate
mentre il mio cuore mi malediceva
affinché io ti chiedessi perdono.

Dopo, qualcuno infine affermò
che bisogna seguire chi si ama davvero
fu allora che io mi resi conto
di amare soltanto la mia solitudine.

  N° 3830 - 22 ottobre 2019

                                                  Il Custode

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