armato della mia rabbia
dell’odio che la mia
mente
fatica a trattenere
scendo e comincio a
colpire
senza neppure guardare.
Qualcuno comincia a gridare
in preda a sgomento e
terrore
le prime, ignare vittime
della mia furia violenta
qualcuno è pronto a
morire
seppure non lo sappia
ancora.
Sono farfalle le membra che volano
dirette al cielo
distante
e sono dipinte di sangue
e di arrugginite
speranze
come farfalle, i
pensieri vivono
il tempo di un battito
d’ali.
Ascolto le bestemmie e le lacrime
ma, diamine, io adoro il
silenzio!
La gente non pare capace
di soffrire con
riservatezza
ascolto, e le voci
assordanti
mi rendono più malvagio
ancora.
Lontano odo le sirene arrivare
e s’avanzano verso la
folla
ma fanno fatica a
muovere
sulla strada di
moribonde persone
lontano, concitati e
aggressivi
i militari pronti ad
uccidermi.
Ed ecco, con i fucili spianati
il plotone di esecuzione
giunto fino a qui per
fermarmi
quasi che io fossi il
demonio
ed ecco, sento lo sparo
partire
dopo muoio e divento
leggenda.
N° 3638 - 9 maggio 2019
Il Custode
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