l’ho imparato nei
sotterranei
alla casa dello studente
laddove, sopra la strada
la gente piangeva le
nostre grida.
Mi hanno raccolto come randagio
lungo i caruggi di
Genova
che respiravo quella
libertà
prossima a sfuggirmi di
mano
e diventare soltanto un
pensiero.
Arrestato dalle camicie nere
al soldo dell’invasore
tedesco
sicché torturato ed
umiliato
con una ferocia tale da
terrorizzare
persino le belve più
sanguinarie.
Scariche elettriche sui genitali
ed a seguire l’acqua
gelata
ancora, le ore trascorse
in piedi
nudo e scalzo sopra il
pavimento
ad implorare una vana
pietà.
La colpa di lottare da partigiano
di combattere un regime
violento
fu questa ragione che mi
condannò
a raggiungere l’oblio
distante
con l’accusa d’essere un
traditore.
Ed alla fine, salito sul camion
io mi diressi verso il
destino
alla mercé del plotone
d’esecuzione
davanti a me la Lanterna
sul mare
ed alle spalle la mia Carignano.
…Io lo
conosco il dolore
l’ho imparato nel ‘43
all’apice della rabbia e
dell’odio
sopra il vomito e tra la
mia urina
nella casa dello
studente.
N° 3654 - 22 maggio 2019
Il Custode
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