quasi una saetta di luna
che io provo ad
afferrare
con i miei occhi sbadati
che si posano sopra di
te.
Io vorrei che le mie labbra
ti dicessero parole
buone
frattanto che si
consumano
a baciare il tuo viso
d’ovatta
ed ogni anfratto della
tua pelle.
Sei un ricordo in penombra
che io, con le mie mani
tento di memorizzare
sicché comincio ad
accarezzarti
e non mi stanco di
farlo.
Melodia in bianco e nero
e un’unica, intensa
passione
il tuo nome non ha
importanza
adesso che ti tengo sul
cuore
e maledizione, io
t’amo!
N° 3652 - 20 maggio 2019
Il Custode
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