dentro il buio profondo
là io sono nascosto
ed ammicco alla luna
che se dovesse parlarmi
chiunque mi troverebbe.
Ho una paura fottuta
di tutto ciò che io
annuso
sotto il cielo stellato
sopra l’oscura pianura
e tacito il cuore e la
voce
ad ogni fruscio che
sento.
Prego, seppure sia ateo
che non si desti la luce
sicché io rimanga
un’ombra
solamente una diceria
che se giungesse la
morte
di certo non mi
vedrebbe.
Spreco un veloce saluto
alla talpa sopra la
zolla
che pure mi guarda
dubbiosa
e si allontana
imprecando
io resto di nuovo da
solo
e non so con chi
litigare.
Esausto, io mi addormento
e sogno di essere libero
da questa mia paranoia
che non mi permette di vivere
ma attendere
pazientemente
sino ad un nuovo
crepuscolo.
N° 3646 - 15 maggio 2019
Il Custode
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