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lunedì 20 maggio 2019

LA CASA DEL NERO

Gli antichi cimeli di guerra
coperti da polvere e oblio
e ritto in cima alle scale
lo spettro del tuo pensiero.

Hai visto tragedie e dolori
dentro i tuoi occhi di pece
neri al pari della divisa
che indossavi quando eri Balilla.

Nemici sleali, i partigiani
comunque uomini da rispettare
benché avessero svenduto la Patria
allo sbarco dell’esercito nemico.

Nella tua casa modesta
hai seminato le tue vecchie storie
quelle che intendevi raccontare
a chi non le avrebbe ascoltate.

Scricchiola il pavimento di legno
sotto i miei passi incerti
ma mi oriento nella penombra
con il sole che filtra dai vetri.

Rimbomba nella mia mente
la eco delle infamie e delle accuse
che le parole dei vincitori
dissero per infangare il tuo nome.

Eppure qui, nella tua stanza
tra le pagine di un vecchio diario
io leggo tutti i tuoi errori
ma scopro anche le tue virtù.

Nel buio della tua cantina
tu nascondesti i perseguitati
dapprima dal regime nazista
e dopo ancora dai liberatori.

Gerarca tu non lo fosti mai
solamente un italiano qualunque
che mise a repentaglio la vita
per salvare ebrei e repubblichini.

La Storia non ti rivaluterà
ma lo farà la mia anima
sorda alle menzogne di chi
ti giustiziò perché eri fascista.

  N° 3651 - 20 maggio 2019

                                                     Il Custode

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