più di quello che vedo
nei tuoi occhi velati
nel tuo cuore di pece
io ti lascio cadere
distante dalle mie mani.
Sul fondo della voragine
che tu chiami amore
le tue labbra si muovono
ma le parole che
immagini
sono una eco di vento
che si perde nel vuoto.
Eppure sospiri qualcosa
che mi sfiora la guancia
una carezza ed un bacio
con i quali confondermi
poiché tu sei bella
come io non ricordavo.
Funambola sui miei pensieri
meretrice dentro i miei
sogni
danzi un ballo assai
audace
per me che sono un cultore
dell’oblio della
solitudine
che mi descrisse la
luna.
E però hai quella lacrima
sulla punta delle tue
ciglia
poiché tu sei bella
più di quanto dicevi
io ti lascio cadere
giusto fra le mie
braccia.
N° 3642 - 12 maggio 2019
Il Custode
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