però mi piace giocare
con il delirio, il
terrore
di chiunque sta per
morire.
Eppure, benché io sia pazzo
pianifico con precisione
e scelgo le vittime a
caso
senza avere alcuna
preclusione.
Uccido e lo faccio con cura
poiché mi regala
l’ebbrezza
più del vino che scende
in gola
più del vento che
diventa carezza.
Giacché io sono nato malato
sono esente da ogni
condanna
nessun biasimo per la
mia anima
che mi fu destinata tiranna.
Attratto dal sangue che sgorga
io mi crogiolo dentro il
dolore
di coloro cui tolgo la
vita
del cui corpo sono
sezionatore.
E però io rimango interdetto
da chi muore con estrema
premura
forse per negarmi
piacere
o magari per troppa
paura.
N° 3636 - 7 maggio 2019
Il Custode
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