e nel sogno io ero
libero
ascoltavo l’acqua
scrosciare
dalle cascate sulle
montagne
che cadevano nel grande
lago
popolato da lucci e da
rane.
Ero bambino, amavo a giocare
con i procioni della
boscaglia
e scagliavo minuscole
pietre
per importunare i
castori
che mostravano il loro
talento
nel costruire dighe di
tronchi.
Mocassini oramai consumati
sopra i sentieri di
polvere e more
dopo vedetta sulla rupe
dei canyon
per sfuggire all’arrivo
del puma
le mie giornate erano
magiche
quasi un dono dei grandi
spiriti.
Grato alla terra, debitore del cielo
del frastuono dei
bisonti in fuga
adesso, esausto, io mi
riposo
all’ombra delle celesti
praterie
…è stato un bellissimo
sogno
e nel sogno io ero
ancora vivo.
N° 3635 - 6 maggio 2019
Il Custode
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