Mi stancherò di te
e tornerò a dedicarmi
ai silenzi tenuti in disparte
nella tasca avrò il tuo sorriso
e il mio ultimo, inutile bacio.
Lo farò durante la sera
accecato nel fissare la luna
e tra le sue antiche rughe
leggerò il senso dei tuoi sogni
che non ha lo stesso senso per me.
Lascerò tutto in buon ordine
dentro la tua mente
tra le ferite del tuo cuore
e sotto un bicchiere di vino
troverai il messaggio d’addio.
Uscirò incontro all’oblio
accompagnato da un vento lieve
tra le mani ancora la bussola
in modo da poter stabilire
dove potrei andare senza di te.
Ma smetterò di amare
perché è un gioco assai stupido
che non mi garba da secoli
da quando, seppure stringendoti
io mi sentivo comunque solo.
N° 3965 - 9 febbraio 2020
Il Custode
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