fuggono in modo disordinato
come formiche impazzite
e che sia psicosi o realtà
a nessuno pare importare.
Reclusi nelle loro menti
ognuno ha davvero paura
e l’atmosfera da apocalisse
si respira a pieni polmoni
si beve come fosse assenzio.
È la fine del mondo
quasi fosse una tragedia
piuttosto che l’onda di piena
giunta a spazzare via
un’onta che la natura creò.
La fine del mondo…
N° 3989 - 27 febbraio 2020
Il Custode
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