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sabato 1 febbraio 2020

ECO DEL SUO VISO

La luna me lo raccontò ancora
come fosse un romanzo bellissimo
e attraversò la notte d’inverno
ma lo fece così velocemente
che lo sguardo non seppe fermarlo.

In quel tempo non ci fu nessuno
che parlò al mio cuore sordo
e accadde in una maniera tale
che egli riprese i suoi stanchi battiti
per poi germogliare nuove parole.

Trovai un biglietto sulla mia porta
con la calligrafia delle sue rughe
lo stesso tratteggio del viso lucente
di cui il vento portò via la eco
poiché si invaghì delle sue labbra.

Adesso lo cerco in ogni cassetto
e scosto via con garbo le tarme
ma trovo le foto, con esse il silenzio
che io cullo come fosse un bambino
da me perduto in una sera d’estate.

  N° 3955 - 1 febbraio 2020

                                                  Il Custode

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