e ne farò carta straccia
qualcosa di cui pentirmi
quando io lo invoco, la notte.
Nell’ansia di averti voluta
ho scordato di leggere in te
quanto spazio aveva il tuo cuore
dentro il quale potevo restare.
Ti restituisco i tuoi sogni
con il loro incarto lucente
io pensavo fossero un dono
ma sono stati una maledizione.
Sicché non intendo odiarti
poiché sarebbe un privilegio
la tua maniera di essere in me
ancora padrona della mia mente.
Adesso, con un colpo di spugna
io cancello la tua bellezza
il sorriso che hai programmato
per abbattere le mie difese.
Dunque addio, anima inutile
vuota quanto un otre bucato
avrai una vita e nuove passioni
ed io non voglio farne più parte.
N° 3975 - 15 febbraio 2020
Il Custode
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