d’averti eretto a mia dimora
ma adesso mi piange la vista
saperti plastica mischiata a nafta.
Qui ho combattuto i tonni
ho assistito al mutare dei venti
ora il mio peschereccio si incaglia
tra le carcasse delle balene.
Come diavolo abbiamo potuto
noi, coglioni umani arroganti
distruggere in questa maniera
ciò che ci consente di esistere?
L’orizzonte, e oltre è l’oceano
un’immensa distesa violata
da cumuli di enormi rifiuti
prodotti dalla nostra stupidità.
Il mio peschereccio si muove
lo fa con estrema fatica
rallenta, dopo borbotta
lo stesso è per il mio cuore.
Io tornerò alla banchina
con le reti piene del nulla
con un dolore che sale al cielo
poi precipita in fondo all’anima.
N° 3957 - 3 febbraio 2020
Il Custode
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