Non ho molto da fare
dentro questo nascondiglio
se non rivelare i miei sogni
al diario a cui scrivo.
Ogni tanto io li sento
gli schiamazzi per la strada
seguiti dai passi veloci
dei soldati tedeschi.
Spesso ho una tale paura
nella mia stanza segreta
che essi infine mi scoprano
e mi deportino al campo.
Mio Dio, ma quante risate
condivise insieme con Peter!
Però l’umore è mutevole
e cambia al minimo rumore.
Eppure persino qua dentro
in fondo alla penombra
tra il pavimento di legno
si insinuano i tulipani.
Le mie pagine aiutano
a segnare ogni ricordo
perché io non dimentichi
le stagioni, le lune.
Dalla via sottostante
giungono voci tremende
dicono che tutti gli ebrei
siano destinati a morire.
Io faccio finta di nulla
e però ho una tale angoscia
quale male ho mai fatto?
Quale colpa dovrei espiare?
E trascorrono gli anni
intanto il cibo scarseggia
ma la speranza rimane
forse non è che incoscienza.
…Infine è stato il frastuono
delle pareti abbattute
e il ghigno, i mitra puntati
mio Dio! E’ tempo di andare...
N° 3966 - 10 febbraio 2020
Il Custode
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