È soltanto uno dei pochi
di quei giorni miti e bellissimi
che il destino
per nulla magnanimo
ti ha voluto concedere
ed io lo tengo in riserbo
mentre piango lacrime mute.
Sono stati anni assai brevi
eppure intensi e grandiosi
ecco perché io maledico
ogni estate che giunge
il fasullo dio dei credenti
e tutte le fottute parole
raccontate per sola circostanza.
Tu mi manchi da stare male
non c’è termine al mio supplizio
la tua morte è la maledizione
che ha inaridito il mio cuore
e per quanto potrebbe piovere
non tornerebbe a fiorire
ed infine battere ancora.
Passeranno i ricordi
di quella sera bastarda
di quell’agonia tremenda
ma non mitigherà il dolore
né la voglia di stringerti a me
soltanto per lasciarmi condurre
in un viaggio che non abbia fine.
N° 3968 - 11 febbraio 2020
Il Custode
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