il profumo della focaccia?
Lei la mattina, per Sampierdarena
era un richiamo irresistibile.
Lungo la via verso la scuola
io la vedevo dentro i miei occhi
come fosse un sogno inarrivabile
che mi feriva, che mi appagava.
Durante quegli anni settanta
penso che lei fosse il primo amore
che io, scricciolo ed impacciato
raccontavo d’un fiato alle mie notti.
Sopra i gradini del panificio
io tacevo intanto che lei parlava
perché il suono della sua voce
mi trasportava verso fiabe distanti.
E le scrivevo, ma per via dell’età
le mie parole erano assai grezze
forse avrei dovuto leggere meglio
quello che il suo sguardo esprimeva.
Ma non importa, il tempo è passato
e il suo ricordo, oramai impolverato
riposa ancora nella teca più bella
su di uno scaffale della mia anima.
N° 3970 - 12 febbraio 2020
Il Custode
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