alla mercé delle mie mani
che si insinuano in te
ti rovistano ovunque
fanno propria la tua pelle
i tuoi anfratti più umidi.
Hai lo sguardo perfetto
un misto di eccitazione
e di piacere afrodisiaco
e benché potresti sfuggirmi
ti concedi alle mie carezze
nelle tue parti più indecenti.
Ed ansima, il tuo respiro
di sospiri che mi sconvolgono
averti adesso è prematuro
poiché desidero ancora il tempo
di assaporare con la lingua
ogni tua proibita intimità.
Toccami e diventa volgare
nel cercare la mia verga
le parole che mi sussurri
sono per me un’istigazione
ad amarti senza alcun ritegno
a possederti in maniera selvaggia.
Sicché ti abuso con forza
nel frattempo ti contemplo
la tua bellezza è strabiliante
e mi costringe a penetrarti
fino all’ultima, candida stilla
del mio sperma, del mio amore.
N° 3924 - 5 gennaio 2020
Il Custode
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