il pianto di perdute anime
e il cielo non può trattenere
la forza della tua malinconia
sicché ti lascia libero sfogo
e ti culla nella tua caduta.
Sei rivolo che rompe gli argini
sui vetri della mia finestra
ed oltre, lo sfondo plumbeo
che accompagna la tua discesa
che forse è il solo desiderio
di potersi ricongiungere al mare.
Sulle mie dita, amata pioggia
un frammento del tuo silenzio
che riflesso lungo le strade grigie
è un caleidoscopio di immagini
fantasie che si aggrappano al vento
per esplorare mondi distanti.
Sei la vita che muore e rinasce
ed è così per numerose stagioni
sei calligrafia di nostalgica poesia
scritta sopra dei fogli di nuvola
e rimani fino al ritorno del sole
prepotente, ed alquanto egocentrico.
N° 3936 - 14 gennaio 2020
Il Custode
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