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sabato 25 gennaio 2020

TEMPESTA

Che poi, averti negli occhi
è stato qualcosa di immenso
la luce che vi albergava
pareva il tramonto sul mare
intorno, soltanto le nuvole.

In te vi era un tale calore
che scioglieva il mio ghiaccio
io dimoravo al tuo interno
e di colpo svaniva l’inverno
la paura era un vago ricordo.

Ero naufrago sulla tua pelle
sul tuo viso simile al sole
che splendeva, e l’intero oceano
si illuminava della tua bellezza
alla quale io mi inchinavo.

Però, infine, fu la tempesta
io non compresi la furia del vento
sicché ti ho perduta distante
e adesso resto pensoso, nel buio
a ricomporre la mia solitudine.

  N° 3947 - 24 gennaio 2020

                                                  Il Custode

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