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giovedì 23 gennaio 2020

MADAMA DEI RAGNI

Scosto le ragnatele
e posso vedere il suo viso
pallido quanto la luna
bello che non pare reale
i ragni si fanno da parte
per non intralciare i miei passi.

Si impiglia un soffio di vento
sulla seta del baldacchino
Madama dorme il suo sonno
e chissà mai cosa sogna?
Ha l’espressione appagata
di chi ha gradito il suo pasto.

Io arrivo con la mia corte
di falene e di pipistrelli
i ragni, silenti, mi osservano
probabilmente mi temono
eppure io non faccio rumore
persino il mio cuore è muto.

Madama accenna un sorriso
quasi mi avesse percepito
mi crede la prossima vittima
ma di certo io la deluderò
lei non sa, sicché si desta
e mi avvolge nella sua tela.

Con garbo affonda i suoi denti
e mi inietta un veleno dolcissimo
e però rimane assai perplessa
giacché non mi vede morire
ed è solo allora io le rivelo
che sono morto da molti secoli.

Adesso il suo sguardo si illumina
e diventa irresistibile
io non posso esitare oltre
ma spendo su di lei i miei baci
sul suo letto, nella notte profonda
io, infine, la faccio mia.

  N° 3945 - 22 gennaio 2020

                                                   Il Custode

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