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venerdì 31 gennaio 2020

PENSAVO A TE

Cammino, benché io sia stanco
ma la strada è ancora lunga
alle mie spalle un sole lieve
davanti a me l’intera notte.

Col naso che annusa il cielo
io cerco ovunque il tuo profumo
e però la pioggia è assai fitta
e lo nasconde dentro il suo zaino.

C’è un silenzio sopra i campi
che mi lascia alquanto sconcertato
un tempo ascoltavo i grilli cianciare
e raccontarmi erotiche storie.

Adesso la solitudine mi inghiotte
e sfiora le fronde dei cipressi
persino i corvi migrano distante
per seguire il tuo antico ricordo.

Dove sei andata rimane un segreto
custodito sul fondo del lago
e nemmeno il garbato signor luccio
sa riportarlo alla superficie.

Sicché io continuo il cammino
con il tuo nome nella mia tasca
senza accorgermi di essere morto
frattanto che io pensavo a te.

  N° 3954 - 31 gennaio 2020

                                                  Il Custode

PERCHE' NON MI SORRIDI?

Perché non mi sorridi
adesso che sai quanto t’amo?
Nel mentre che le mie mani
diventano pietre appuntite
e scavano sulla tua pelle
ne fanno un tappeto di sangue.

Tu dovresti essermi grata
per l’agonia che ti ho offerto
in questi tre, bellissimi giorni
trascorsi a violente percosse
sopra il tuo viso stupendo
che diventa maschera macabra.

Eppure mi tieni il broncio
quasi che io fossi colpevole
di ogni tuo tradimento
per ogni bugia raccontata
quando, seppure io ti picchiavo
tu insinuavi che io fossi folle.

Non sento più il tuo respiro
e hai soltanto silenzio nel petto
è questa, dunque, la tua punizione?
Morire e lasciarmi da solo
a causa della mia gelosia…
…perché non mi sorridi?

  N° 3953 - 31 gennaio 2020

                                                   Il Custode

mercoledì 29 gennaio 2020

FATIMA

Indossa il tuo sguardo
capace di indurre passione
ed avrai cuori smarriti
nel labirinto della tua bellezza.

Avrai anime alla deriva
nel Mar Nero dei tuoi occhi
sopra le labbra rosso porpora
come le rose lungo il deserto.

Amore descritto da una fiaba
nel nucleo di mille e più notti
avrai il silenzio di voci estasiate
troppo impegnate a contemplarti.

Infine avrai mani sulla tua pelle
come viandanti verso le oasi
ed ammirazione, dopo idolatria
per il tuo viso meraviglioso.

  N° 3952 - 29 gennaio 2020

                                                  Il Custode

VAGAMENTE RICORDO

Vagamente ricordo
qualcosa che sembrava amore
che le persone ed i cani
consumavano in abbondanza
giusto all’interno degli occhi.

Il cielo pareva essere terso
lo stesso era per il cuore
ma un soffio di brezza e sospiri
dalla melodia fastidiosa
impattava dentro la mia mente.

Però quella goccia di brina
che qualcuno disse passione
persa la presa e poi cadde
disperdendosi oltre i canali
inghiottita da una zolla di terra.

Rammento che ne fui sgomento
come un bambino che assiste
alla bolla di sapone che esplode
sicché io raccolsi il mio zaino
e vi riposi all’interno il silenzio.

Adesso ho ripreso il cammino
che non so dove debba condurmi
quella cosa che sembrava amore
è distante, ben oltre l’oceano
eppure non mi manca per niente.

  N° 3951 - 28 gennaio 2020

                                                  Il Custode

lunedì 27 gennaio 2020

PARLANE...

Parla di come sono morto
sulle nevi verso la Siberia
nelle arene della Roma antica
e racconta i miei ultimi giorni
tra le risaie della Cambogia
nelle riserve del Nord America.

Non rammentare la sola Auschwitz
seppure fu un’immensa tragedia
parla al mondo della mia fine
sopra il rogo dell’inquisizione
e descrivi il genocidio degli Incas
il massacro continuo nel Medio Oriente.

Ricorda di me, strappato all’Africa
per diventare schiavo tra i campi
io, scaraventato dentro le foibe
o giustiziato dal regime cinese
cerca i miei resti mai ritrovati
nelle jungle di Cile e Argentina.

Metti da parte religioni e ideali
poiché io non fui ucciso per quello
ma per l’istinto di sopraffazione
che contraddistingue l’essere umano
sicché parlane finché avrai fiato
benché nulla potrà mai cambiare.

  N° 3950 - 27 gennaio 2020

                                                    Il Custode

domenica 26 gennaio 2020

WATERLOO

Infine giunse il meriggio
ed il vento scese dal cielo
e spazzò via il fumo acre
mentre un velo di luce tenue
dipinse la pianura e i monti
e l’immensa distesa di corpi.

Era ritornata la quiete
sulla vallata aspramente contesa
e con essa, il canto dei grilli
a celebrare la battaglia finita
sui prati era solo il lamento
dei moribondi senza conforto.

L’Imperatore, dal promontorio
muoveva con grande fatica
il fango di una notte di pioggia
limitava il passo alle armate
a pochi chilometri da Waterloo
il suo destino era segnato.

Ed il tuono tornò prepotente
con gli inglesi dentro il castello
da difendere alacremente
dai presuntuosi, sprovveduti francesi
mentre, rapida, la cavalleria britannica
schivava i colpi di artiglieria.

Nell’ansia di un’immediata vittoria
si persero i generali d’oltralpe
ed i fanti, ed i comandanti
morivano di baionetta e di fucile
i superstiti provarono la fuga
senza giungere mai alla salvezza.

L’Imperatore chiuso dentro la giacca
prese atto dalla vergognosa sconfitta
e firmò una resa incondizionata
mentre il cuore versava lacrime
per la superbia che fu ragione
della disfatta subita a Mont Saint-Jean.

  N° 3949 - 26 gennaio 2020

                                                    Il Custode

MI SEGUE

È dentro il buio
e mi segue
silente quanto l’oblio
odora simile al nulla.

Io mi volto più volte
e però non la vedo
lei è nascosta
ed ascolta i miei passi.

Sudo i miei pensieri
ed una lieve paura
la strada pare infinita
e mi conduce alle tenebre.

Ogni tanto, una lucciola
illumina il sentiero
in quell’istante la vedo
lei ha il volto emaciato.

Non emette respiro
e il cuore oltre lo sterno
è un pendolo senza rintocchi
un carillon oramai muto.

È nera ed è fredda
quanto la notte d’inverno
se solo ci fosse la nebbia
forse scorgerei la sua sagoma.

Poi mi colpisce
un colpo di lama invisibile
che mi perfora i polmoni
ed il mio fiato dissolve.

Era questo il destino
il momento che attendevo
e che è finalmente arrivato
adesso mi posso fermare.

Ed infine la vedo
ma, diamine, dovevo morire
per incontrare il suo viso?
Però la morte è bellissima!

  N° 3948 - 25 gennaio 2020

                                                    Il Custode

sabato 25 gennaio 2020

TEMPESTA

Che poi, averti negli occhi
è stato qualcosa di immenso
la luce che vi albergava
pareva il tramonto sul mare
intorno, soltanto le nuvole.

In te vi era un tale calore
che scioglieva il mio ghiaccio
io dimoravo al tuo interno
e di colpo svaniva l’inverno
la paura era un vago ricordo.

Ero naufrago sulla tua pelle
sul tuo viso simile al sole
che splendeva, e l’intero oceano
si illuminava della tua bellezza
alla quale io mi inchinavo.

Però, infine, fu la tempesta
io non compresi la furia del vento
sicché ti ho perduta distante
e adesso resto pensoso, nel buio
a ricomporre la mia solitudine.

  N° 3947 - 24 gennaio 2020

                                                  Il Custode

venerdì 24 gennaio 2020

MALEDETTO SIA IL TUO AMORE!

Maledetto sia il tuo amore
e con esso la mia cecità
ho provato a spezzarne le catene
e adesso ho i polsi fratturati.

Sicché uscire dalla tua gabbia
non è che una stupida illusione
oltre la soglia tu mi osservi severa
e sorridi e schernisci ogni mio tentativo.

Io mi agito al di qua delle sbarre
come una scimmia in balìa della rabbia
Potrei saltare, e sarebbe la morte
Sarebbe la libertà dalla tua prigionia.

Tu spengi la luce, mi occulti il tuo viso
nel buio scintillano solo i tuoi occhi
e sono assai malvagi, sembrano il futuro
quello che io non voglio trascorrere al tuo fianco.

Odio il tuo sguardo privo di passione
abiuro persino alla sola tua presenza
ma mi rassegno alla mia debolezza
io non riuscirò a liberarmi di te!

  N° 3946 - 23 gennaio 2020

                                                  Il Custode

giovedì 23 gennaio 2020

MADAMA DEI RAGNI

Scosto le ragnatele
e posso vedere il suo viso
pallido quanto la luna
bello che non pare reale
i ragni si fanno da parte
per non intralciare i miei passi.

Si impiglia un soffio di vento
sulla seta del baldacchino
Madama dorme il suo sonno
e chissà mai cosa sogna?
Ha l’espressione appagata
di chi ha gradito il suo pasto.

Io arrivo con la mia corte
di falene e di pipistrelli
i ragni, silenti, mi osservano
probabilmente mi temono
eppure io non faccio rumore
persino il mio cuore è muto.

Madama accenna un sorriso
quasi mi avesse percepito
mi crede la prossima vittima
ma di certo io la deluderò
lei non sa, sicché si desta
e mi avvolge nella sua tela.

Con garbo affonda i suoi denti
e mi inietta un veleno dolcissimo
e però rimane assai perplessa
giacché non mi vede morire
ed è solo allora io le rivelo
che sono morto da molti secoli.

Adesso il suo sguardo si illumina
e diventa irresistibile
io non posso esitare oltre
ma spendo su di lei i miei baci
sul suo letto, nella notte profonda
io, infine, la faccio mia.

  N° 3945 - 22 gennaio 2020

                                                   Il Custode

martedì 21 gennaio 2020

NEL REGNO DI ADE

Morirò giovane nel cuore
ma gracile dentro la mente
e porterò con me il tuo viso
oltre il mio ultimo respiro.

Sarà il mio lasciapassare
il pegno che mostrerò a Caronte
ed ancora il riflesso bellissimo
al quale Cerbero non resisterà.

Nel viaggio verso gli inferi
tu sarai il mio immenso dolore
il rimorso per la tua solitudine
la tristezza dell’ultimo bacio.

Varcherò il regno di Ade
che confonderò con il ricordo
della tua anima docile e pura
che egli non potrà mai ottenere.

Avrò i tuoi occhi negli occhi
con i quali irretire i dannati
ed esplorare gli anfratti più scuri
dove il fuoco non osa entrare.

Infine, con la mia prima lacrima
spengerò le altissime fiamme
‘ché lungo i viali dell’oltretomba
tu mi mancherai in eterno.

  N° 3944 - 21 gennaio 2020

                                                    Il Custode

AMATO

Dalla tua prima lacrima
fino al sorriso abbagliante
ti ho amato così intensamente
da perdere anima e cuore
e non ritrovarli mai più.

In questi giorni bastardi
mi manchi ancora tantissimo
che semino lungo il sentiero
germogli di un dolore che cresce
e mi avvolge tra le sue spire.

O figlio, eri tu la mia guida
in un mondo fatto di cecità
e adesso io mi sento orfano
appeso ad un filo di luna
ad elemosinare il tuo sguardo.

Divento rabbioso, cattivo
bruciato dai miei stessi pensieri
e non mi importa nessuno
a me non importa più niente
desidero solamente il silenzio.

Anonimo quanto il mio percorso
è così che io voglio essere
adesso che la tua presenza
non è che un agonizzante ricordo
che, lentamente, mi sta divorando.

  N° 3943 - 20 gennaio 2020

                                                    Il Custode