che scendono come carezza
sopra le mie ferite
dopo diventano un bacio
insolente, in cima al mio cuore.
Ho attraversato stagioni
per giungere alla tua bellezza
tu, adesso, non la negare
alla mia anima nuda
di sogni, e di voglia di vivere.
Ti attendo sopra la riva
degli incubi fra le mie vene
quelli che, in tua presenza
diventano docili onde
e sabbia, e poi anche il mare.
Vivo…se me lo concedi
all’ombra del tuo sorriso
perché è un posto stupendo
del quale avevo sentito parlare
e non pensavo che esistesse.
Ed amo restare seduto
accanto alle tue parole
quelle che ascolto e mi quieto
tanto che riesco a sorridere
persino della solitudine.
N° 4017 - 21 marzo 2020
Il Custode
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