alla tua sconfinata bellezza
e dalle tue labbra, Regina
dipende l’intera mia vita
il tuono che mi percuote il petto.
Ripongo ai tuoi piedi la spada
e riverente abbasso il mio capo
poiché se guardassi i tuoi occhi
mi perderei dentro un labirinto
dal quale non saprei ritornare.
Tengo a bada i pensieri, i sogni
stretti sotto la mia armatura
affinché tu non possa vederli
talmente sono arditi e indecenti
eppure ogni istante più frequenti.
Ho molte ferite dentro il cuore
che tu sai lenire con maestria
sicché io ti venero, Regina
adesso che tu mi tendi la mano
e mi costringi ad alzarmi verso te.
Sei alla distanza di un solo bacio
ed io, preda della confusione
come se le droghe dell’Oriente
mi avessero reso stupido e folle
privo di verba, libero di inibizione.
E scivola la veste dal tuo corpo
così è per il mio timore
io ti amo quanto non speravo
tanto da desiderare di restare
fra le tue braccia all’infinito.
N° 4019 - 23 marzo 2020
Il Custode
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