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mercoledì 11 marzo 2020

PANDEMIA

Per queste strade vuote
eppure ancora ordinate
cammino e quasi non sento
il gelo della morte che fu.

Un gatto mi fa compagnia
durante il viaggio spettrale
dove cigolano in balìa del vento
lampioni oramai senza luce.

È stata una pandemia
ma venne sprecato del tempo
e il male giunse, silente
ad infettare la gente.

Intanto io provo a chiamare
ma non ottengo risposta
miagola persino il mio gatto
forse lo fa per empatia.

Ho scorte di cibo, di acqua
ma pare che io sia da solo
tanto che ho nostalgia
del frastuono nella mia città.

Al sole però non importa
della tragedia che si è consumata
e naviga per il cielo terso
illumina le carcasse delle auto.

Dove saranno i defunti?
E i sopravvissuti, se mai ce ne fossero?
E volano foglie e cespugli
e non sanno dove fermarsi.

Sicché io vado avanti
ho la maschera, ho i miei dubbi
nessuno al mio orizzonte
alle mie spalle, soltanto l’oblio.

  N° 4006 - 11 marzo 2020

                                                 Il Custode

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