nella terra d’argilla
là dentro io seppellirò
la tua voce, il tuo
viso
ed i tuoi occhi fasulli.
E chiuderò col lucchetto
ogni zolla e ogni seme
perché non germoglino
oltre
le tue antiche bugie
né il tuo sguardo
balordo.
Userò ruggine e urina
da spargere in
superficie
per dissetare i pensieri
che le tue labbra mi
dissero
per dilaniare il mio
cuore.
E ancora gocce di sangue
come acido sulle pareti
della tua infida anima
affinché tu non
dimentichi
quello che fu il mio
nome.
Infine come stella implodente
io svanirò nell’oblio
nell’assordante silenzio
con il quale hai
calpestato
l’amore di cui ti ho
amata.
N° 3469 - 2 ottobre 2018
Il Custode
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