fatti di cicatrici
profonde
che stretti fra le mie
ciglia
ritrovavano la
lucentezza
e quella luce mi manca
così è per le sue
lacrime.
Ricordo che nel silenzio
io ascoltavo il suo
respiro
dire pensieri assai
sconci
e che rincorrevano il
buio
alla ricerca della mia
anima
da stringere, poi, fra
le braccia.
Sicché ricordo la notte
una romanza sotto la
luna
ed un cielo di
pipistrelli
che passavano per un
saluto
dopo andavano alla
deriva
nell’oceano della sua
stanza.
Infine ricordo il suo nome
era sul becco di una
gazza
ed aspetto che lei lo
sussurri
per chiuderlo dentro il
mio cuore
poiché nonostante il
passato
io ricordo quanto la ho
amata.
N° 3497 - 31 ottobre 2018
Il Custode
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