prima che entri il tuo
sguardo
ed una luce accecante
di lucciole e stelle
puttane.
Voglio evitare che il vento
soffi sulla mia tavola
portandosi via
quell’addio
che tu hai scordato di
scrivere.
Devo lasciare la notte
prigioniera nella mia
stanza
in modo che non possa
fuggire
attirata dalla tua
ombra.
Tu hai ferito il mio cuore
intanto che io
riflettevo
e facevo a pezzi i
pensieri
che mi conducevano a te.
Sopra la parete in cucina
dove un tempo era
l’orologio
c’è il sangue che io ti ho rubato
per non scordarmi chi fosti.
Frattanto io mi rammento
chi ero prima di averti
e cerco nella mia tasca
i frammenti della tua
anima.
Tu possiedi ancora la chiave
non so perché l’hai
tenuta
forse per il tuo piacere
di tormentarmi e
deridermi.
Sicché io ti invito ad uscire
da quello che rimane di
me
…chiudi la porta
è tempo, per me, di
morire.
N° 3489 - 21 ottobre 2018
Il Custode
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