tutto attorno, il
silenzio
resta appeso là, il
dolore
che non intende
mitigare.
Dentro un’antica cornice
il tuo viso mi appare
severo
come a prendersi gioco
di ciò che tu fosti per
me.
Io vorrei darti alle fiamme
ma imploderebbe il mio
cuore
privato della tua
bellezza
seppure solamente
dipinta.
Vedo entrare una falena
dalla finestra socchiusa
volteggia verso il
soffitto
e mi scuote dai miei
pensieri.
Chissà che cosa cerca
tra la luce del
lampadario?
Frattanto io cerco
ancora
la polvere del tuo
profumo.
Ho l’anima come un lenzuolo
sgualcito dal tempo
passato
ed i ricordi che
inciampano
sulla via della tua
voce.
Morire…oh sì, lo vorrei
e però io voglio molte
cose
sicché faccio confusione
tra i desideri ed i
bisogni.
Un ultimo sorso di vino
prima che giunga il
sonno
per ritrovarti nel sogno
poiché, oramai, tu non
sei altro.
N° 3475 - 6 ottobre 2018
Il Custode
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