sospiri che impattano i
vetri
affamate delle tue paure
si aprono un varco ai
tuoi piedi.
La notte sputa i suoi fulmini
tossisce tuoni
assordanti
come potresti mai
riposare
col dubbio di non
risvegliarti?
Progenie di creature malefiche
macchiate da una
maledizione
cercano sangue e
vendetta
bramano anime da
sorseggiare.
I membri eretti dei demoni
tra i seni delle
fattucchiere
ma non ti eccita, quella
visione
poiché è il preludio
alla morte.
Distante, dietro alle tenebre
tu ascolti e odi le
grida
è il principio della
carneficina
della falce che miete le
vittime.
E sia…è giunto il momento
si abbatte sbuffando, la
porta
la tempesta invade la stanza
e le ombre ti divorano
il cuore.
N° 3498 - 31 ottobre 2018
Il Custode