Il sospiro di
una strega
in una notte di tregenda
così fu che tu nascesti
sotto una luna meretrice
mentre il vento pigiava
e dalla cima del promontorio
raccoglieva ululati e sorrisi
perduti dai lupi in amore.
L’ombra del
primo crepuscolo
ti ricopriva la pelle
sicché si avvicinò l’alce
a dirmi quanto sei bella
io ti vidi, e stentavo a crederlo
benché il mio cuore insistesse
tu, sfuggita ad un terremoto
per scagliare il tuo incantesimo.
In principio
fu il tuono
un gufo seduto su di un ramo
sputava sentenze e rabbia
ai ragni che dondolavano
le suore ti denigrano
ma avevano voglia di sesso
osservarti nella tua magnificenza
davvero non lo tolleravano.
E dai
reconditi anfratti
la tua fragranza albeggiava
tu, amore sopravvissuto al rogo
alla violenza dell’inquisizione
pettini i tuoi capelli lunghissimi
allo specchio che mi inghiottì
allorché io tentai di baciarti
scoprendo che tu eri l’oblio.
N° 2751 - 17 aprile 2014
Il Custode
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