appoggiata ai suoi sospiri
la veranda è così grande
da inghiottire il cielo intero
e distante, oltre i monti
c’è la eco dei suoi sogni
c’è lo spettro di un amore
consumato in una notte.
Ed il letto
alle sue spalle
giusto al centro della stanza
è ghiacciato quanto il lago
agli albori dell’inverno
il suo cuore pare di pezza
pare un vecchio appunta spilli
il cui dolore tanto vasto
urla e desta la burrasca.
La fragranza
dei ricordi
brucia come fosse incenso
e Regina all’arcolaio
è tessitrice di emozioni
l’usignolo è un egoista
e non spreca più il suo canto
per quell’anima in delirio
in balìa della corrente.
E rimane
soltanto l’ombra
di quel frammento di passione
che ha graffiato la sua pelle
si è nutrita dei suoi desideri
e la tempesta è così forte
da sferzare l’intera contea
da impigliarsi nel suo sguardo
e non tramontare mai.
N° 2746 - 11 aprile 2014
Il Custode
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