C’è qualcuno
che scava
sotto il mio giardino
la eco dei suoi sospiri
si arrampica oltre le zolle
ed ha fame di luce
del bacio di questa luna.
Tonfo secco di
lacrime
che impattano talpe e radici
le stelle però non comprendono
e domandano ad ogni lucciola
io osservo dalla mia stanza
osservo e non faccio nulla.
Ma è talmente
profondo
il letto nel quale riposi
che se la tua rabbia esplodesse
darebbe vita ad un vulcano
di lava sulle mie rose
braciere per le mie siepi.
Passa un cane
ed annusa
ma occorre ancora del tempo
prima che la tua carne
diventi poltiglia e poi polvere
passa un cane ed attende
perseverante quanto il peccato.
Il vento
afferra il lamento
che scivola dalla tua gola
l’ho sbatte contro i miei vetri
ma io, in balìa dell’acido
percorro il mio mondo apatico
alla ricerca della mia mente.
Vegliata dallo
spaventapasseri
ti annoi fino a morirne
non hai più fiato né forze
ti addormenti nel mio giardino
forse germoglierai fiori
oppure fottuta gramigna.
N° 2743 - 3 aprile 2014
Il Custode
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