Se mai
trovassi il sentiero
segnato dalle tue lacrime
io affonderei nel dolore
che tu conservi negli occhi
quello indicato da un corvo
sazio di molliche di pane.
Le stelle
saranno lampioni
saette in fondo alle tenebre
tu, con la tua voce flebile
forse mi chiamerai amore
però la luna è bugiarda
e sussurra che non ti ho perduta.
Il mio
orologio si ferma
nei frammenti dell’istante preciso
in cui il tuo viso ha sorriso
tanto che io ne fui folle
ed ebbro di vino e passione
baciavo in bocca le lucciole.
Ma dimmi a
cosa è servito
se il vento è stato malvagio
che ti rubò dal mio cuore
fino a soffiarti distante?
Io ho domandato il tuo nome
e nemmeno la eco rispose.
Però
fustigavano, i fulmini
quel promontorio notturno
dove pensavo che il salto
finisse sulle tue labbra
ma era oramai argilla indurita
la polvere rubata alle fate.
Adesso io mi
gioco a ramino
i pensieri della mia arbanella
è fatta di vetro e di cemento
e di ricordi che sono lamenti
sicché persino Cupido si stanca
ed abbandona frecce e faretra.
Ma sia come
sia, non importa
il mio quesito rimane in sospeso
tu mi hai voltato le spalle
io ti negato la mia anima
cambieranno secoli e piogge
e noi saremo sempre più soli.
N° 2737 - 20 marzo 2014
Il Custode
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