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martedì 23 settembre 2014

UN DELITTO

Credo nel delitto
che non paga ma appaga…”
e mentre lui lo diceva
gustava il sangue caldo
che dalla punta del pugnale
scivolava sulla sua lingua.

La vittima stesa al suolo
ancora rantolava
lui ascoltava quei lamenti
quasi che fossero melodia
dita leggere sulle corde dell’arpa
unghie a graffiare l’ardesia.

E dondolava il pendolo
sulla parete e nella penombra
un ticchettio sincopato
che era una eco fastidiosa
come gocce d’acqua che colpivano
dispettose nella sua mente.

Ed egli aveva visioni
rapidi lampi dentro gli occhi
la vittima posata sul pavimento
ancora agonizzava
lei implorava e non capiva
che la pietà era oramai tardiva.

E si arrampicava un ragno
sulla pelle che stava gelando
era sceso giù dalla sua tela
solamente per la curiosità
egli lo ha schiacciato con rabbia
il corpo di lei gli apparteneva.

Frattanto filtrava una luce
dai vetri della sua veranda
il bacio di una docile luna
accarezzava con molto garbo
le pupille della ragazza
ferme all’ultimo istante di vita.

Annaspavano le formiche
dentro il rivolo rosso rubino
che diventava ruscello impetuoso
ma con i rebbi di una forchetta
lui le raccolse una ad una
riportandole alla terra ferma.

Credo nel delitto
che non paga ma inebria…”
e mentre lui lo affermava
lei si incamminava all’oblio
tra il disappunto di quell’uomo
ed il rammarico delle falene.

  N° 2754 - 23 aprile 2014

                                                  Il Custode

RACCONTAMI REGINA

Raccontami il tuo regno
mentre io sono a terra
e sanguino il tuo amore
ed il mio sangue scivola
dalle tue labbra sublimi
dalla punta della tua lingua.

Io ti ascolto, o mia Regina
benché oramai confuso
e le storie che tu mi dici
ancora sanno appagarmi
e pulsa veloce il mio cuore
sopra il palmo della tua mano.

Velo leggero sugli occhi
di nebbia o forse di sogni
e sarà presto il crepuscolo
il calare di questo sipario
infine la luce del tuo mondo
fatto di fiamme e di lamenti.

Io sono nato per rimpiangerti
lo dici e ne sei soddisfatta
allora io adesso mi domando
qual è il tuo miglior pregio
la bellezza o la malvagità
ed io le apprezzo entrambe.

Zolfo che scintilla al buio
dopo laghi di magma e dannati
eccomi a te, o mia Regina
ad ascoltare le tue bestemmie
a sentire bruciare la pelle
per il tatuaggio del tuo bacio.

Rotola infine la mia testa
al colpo secco dei tuoi artigli
è un istante ed è magnifico
che nemmeno me ne accorgo
e le mie labbra semi aperte
si quietano sopra i tuoi seni.

  N° 2753 - 22 aprile 2014

                                                 Il Custode

domenica 21 settembre 2014

HO PECCATO

Ho peccato
di un dolcissimo amore
e non sono pentito
d’aver sprecato la vita
a causa del tuo sorriso
del tuo bellissimo sguardo.

Certo mi manchi
me ne farò una ragione
ho superato sconfitte
molto peggiori di questa
macigni pesanti nell’animo
voragini dentro il mio petto.

Ti perdono
come perdono me stesso
io, dentro le tue parole
mi sentivo davvero appagato
ma adesso sono solo frammenti
infilzati dentro il mio cuore.

Nessuna assoluzione
e certo io non la cerco
quel profumo di inferno
che avevo nelle mie narici
mi avvicinava al tuo mondo
ai solchi sulle tue braccia.

Non importa
imparerò un’altra notte
forse una nuova esistenza
però io ancora ti amo
ed è questa la sola ragione
per la quale ho peccato.

  N° 2752 - 20 aprile 2014

                                                  Il Custode

SOSPIRO DI STREGA

Il sospiro di una strega
in una notte di tregenda
così fu che tu nascesti
sotto una luna meretrice
mentre il vento pigiava
e dalla cima del promontorio
raccoglieva ululati e sorrisi
perduti dai lupi in amore.

L’ombra del primo crepuscolo
ti ricopriva la pelle
sicché si avvicinò l’alce
a dirmi quanto sei bella
io ti vidi, e stentavo a crederlo
benché il mio cuore insistesse
tu, sfuggita ad un terremoto
per scagliare il tuo incantesimo.

In principio fu il tuono
un gufo seduto su di un ramo
sputava sentenze e rabbia
ai ragni che dondolavano
le suore ti denigrano
ma avevano voglia di sesso
osservarti nella tua magnificenza
davvero non lo tolleravano.

E dai reconditi anfratti
la tua fragranza albeggiava
tu, amore sopravvissuto al rogo
alla violenza dell’inquisizione
pettini i tuoi capelli lunghissimi
allo specchio che mi inghiottì
allorché io tentai di baciarti
scoprendo che tu eri l’oblio.

  N° 2751 - 17 aprile 2014

                                                 Il Custode

sabato 20 settembre 2014

FRAMMENTO

Nulla più di un frammento
di amaranto screziato
che scintilla nel buio
al bacio di questa luna
io nel buio lo cerco
ma la sua eco è silente.

Qualcuna lo ha calpestato
è stato davvero maldestro
egli, fermo in un angolo
ha gridato il suo pianto
gocce di antico sangue
scivolano dai capillari.

Dove ha perduti i battiti
è dove i corvi si nutrono
tu vedrai brandelli di carne
penzolare dai loro becchi
vedrai gli sguardi disgustati
di chi lo ha lasciato morire.

Qualcuna lo ha seppellito
sotto una zolla di terra
la stessa che ha germogliato
un fiore di crisantemo
passa un ricordo e lo coglie
lui palpita ancora d’amore.

Singhiozza adesso la talpa
che se lo è visto strappare
non sapeva che cosa fosse
ma ne ammirava la forma
di gigante un tempo maestoso
il cui sospiro era un tuono.

Qualcuna lo ha distrutto
lo ha fatto soltanto per noia
lo ha lanciato nell’aria
per poi riprenderlo al volo
infine ha mancato la presa
e si è frantumato, quel cuore.

  N° 2750 - 16 aprile 2014

                                                  Il Custode

NOTTE DEGLI SPETTRI

Un lieve fruscio nella notte
che smuove le ragnatele
e strisciano sul pavimento
passi che non hanno premura.

Le convulsioni di un ricordo
nelle quali io mi agito
come ragni che dalle pareti
si precipitano sulla mosca.

Pochi ologrammi di ibrida forma
artigli della materia cerebrale
io sbatto la testa contro il muro
sangue copioso che non si tacita.

Nella mia stanza c’è umidità
fatta di lacrime e disperazione
la mia anima è una spugna arida
alienata dalle morti vissute.

Allora grido il mio pensiero
stride il mio graffio sulle pareti
amori, o amori troppo distanti
che vagamente rammento le voci.

Nemmeno la luna mi aiuta
sgualdrina persa ad amoreggiare
si mangia le unghie, dopo le sputa
e sono spilli dentro i miei occhi.

Sorridono malvagi, gli spettri
danzano sul mio cuore di plastica
ed hanno scarpe di magma rovente
sicché il mio cuore diventa cenere.

Siate magnanimi nei miei confronti
verso il dolore che non mitiga
non ho un passato, non voglio futuro
ed il presente è fatto di nulla.

  N° 2749 - 15 aprile 2014

                                                  Il Custode

venerdì 19 settembre 2014

LA MADRE DI TUTTI GLI AMORI

E Salem raccolse il silenzio
che aveva gettato nel lago
provò a raccontarlo alla notte
inciampata sul dorso della pianura
tentò di descriverla alla luna
riflessa nelle sue lacrime.

Partorita da un nido di streghe
dal grembo di un dolore sbadato
e le colline avevano occhi
da appuntare sulla sua bellezza
e le muse, voci e canzoni
per cantarla sui viali d’Olimpo.

Uno scricciolo fatto di tenebra
volò pur non sapendo volare
ed il sentiero oltre i binari
era irto di spine e di rose
ed il lupo in cima al promontorio
attendeva ancora la sua Isabeau.

Vorrei che le stelle tingessero
di miele, sakè e melograno…”
la sua voce sembrava un graffio
il lamento di una antica banshee
e però, le sue labbra magnetiche
imploravano baci e dopo poesia.

All’alba di un tramonto scarlatto
si smarrì dentro il grande parco
con il naso verso l’oceano
quasi fosse la sua unica bussola
con il cuore nel nucleo del tuono
che ascoltava i sospiri dei grilli.

La madre di tutti gli amori…”
questo ancora pensava di lei
lo scricciolo fatto di tenebra
e lo incise sulle pareti dell’anima
affinché non potesse scordare
perché l’anima gli sanguinasse.

  N° 2748 - 14 aprile 2014

                                                 Il Custode

NATIVI

All’ombra delle alte conifere
che s’alzano a sfiorare il cielo
dopo, vanitose si specchiano
sulle acque dei grandi laghi
noi, semi di queste terre
germogliammo tra lupi e coyote
dalle aride gole dell’Arizona
alle gelide vette del Colorado.

Il vento ci diede una mano
nell’estendere i nostri sospiri
tra i boschi abitati dai gufi
e le praterie di bisonti possenti
noi, abituati a combattere
la maestosa forza del grizzly
non capimmo che la nostra caduta
coincidesse con l’arrivo dei bianchi.

Eppure, dentro i nostri villaggi
tra teepees e fuochi e polvere
i bambini giocavano liberi
le donne erano davvero bellissime
lo sguardo dello sciamano
sembrava severo quanto il puma
ma chiunque lo rispettava
poiché il suo cuore era grande.

Infine la tempesta giunse a noi
solcando l’oceano assopito
con bastimenti e uomini e armi
che invasero i nostri sentieri
e rubarono le nostre vite
annientarono la nostra memoria
tentando invano di occultare
che dell’America noi fummo i Nativi.

  N° 2747 - 12 aprile 2014

                                                Il Custode

giovedì 18 settembre 2014

REGINA DA LONTANO

Regina dentro il castello
appoggiata ai suoi sospiri
la veranda è così grande
da inghiottire il cielo intero
e distante, oltre i monti
c’è la eco dei suoi sogni
c’è lo spettro di un amore
consumato in una notte.

Ed il letto alle sue spalle
giusto al centro della stanza
è ghiacciato quanto il lago
agli albori dell’inverno
il suo cuore pare di pezza
pare un vecchio appunta spilli
il cui dolore tanto vasto
urla e desta la burrasca.

La fragranza dei ricordi
brucia come fosse incenso
e Regina all’arcolaio
è tessitrice di emozioni
l’usignolo è un egoista
e non spreca più il suo canto
per quell’anima in delirio
in balìa della corrente.

E rimane soltanto l’ombra
di quel frammento di passione
che ha graffiato la sua pelle
si è nutrita dei suoi desideri
e la tempesta è così forte
da sferzare l’intera contea
da impigliarsi nel suo sguardo
e non tramontare mai.

  N° 2746 - 11 aprile 2014

                                                Il Custode

HO SCORDATO DI AMARTI

Ho scordato di amarti
in un giorno qualunque
e c’era un sole maestoso
giusto al centro del sole
il mio pensiero era cieco
il tuo profumo oramai polline.

Mi mangiavo le unghie
avevano un gusto terribile
ma ero digiuno di te
oramai da troppi secoli
sicché coglievo la brezza
e le affidavo ogni messaggio
che la mia voce carpiva
da un libro di fiabe antiche.

Allora e sulla mia soffitta
ho spolverato il mio baule
ed ho cercato la chiave
che ne aprisse il lucchetto
distratto dal mio dolore
io ho cercato dovunque
nel tuono delle mie lacrime
nel lampo della tua rabbia.

Adesso un raggio di luna
si ferma sulla mia mano
ed ha il candore che avevi
quando guardavi i miei occhi
per questo non mi perdono
che mi hai lasciato cadere.

  N° 2745 - 8 aprile 2014

                                               Il Custode

martedì 16 settembre 2014

SANGUINI

Tu sanguini
sangue di angelo infetto
scende dalla tua gola
dove ha principio il respiro
tu vorresti implorare il tuo Dio
ma la tua voce è polvere.

Tu, assassino di streghe
le mie dolci e tenere amanti
sei un essere infame ed ignobile
ora stai pagando il reato
di avere seguito il tuo istinto
di folle e fottuto aguzzino.

Le tue mani stringono
quasi afferrassero l’aria
quel tuono adesso violento
non è tempesta in arrivo
ma è il tuo cuore che impreca
dopo rallenta il suo battito.

Uomo di chiesa e delirio
sguardo di sadica belva
e le donne ti supplicavano
intanto che tu le torturavi
intanto che legate ad un palo
bruciavano tra spasmi e supplizi.

Tu sanguini
frattanto che la vita si spenge
hai seminato odio profondo
cos’altro potevi raccogliere?
Tu vorresti invocare il tuo Dio
e scopri che era una menzogna!

  N° 2744 - 8 aprile 2014

                                               Il Custode

NEL MIO GIARDINO

C’è qualcuno che scava
sotto il mio giardino
la eco dei suoi sospiri
si arrampica oltre le zolle
ed ha fame di luce
del bacio di questa luna.

Tonfo secco di lacrime
che impattano talpe e radici
le stelle però non comprendono
e domandano ad ogni lucciola
io osservo dalla mia stanza
osservo e non faccio nulla.

Ma è talmente profondo
il letto nel quale riposi
che se la tua rabbia esplodesse
darebbe vita ad un vulcano
di lava sulle mie rose
braciere per le mie siepi.

Passa un cane ed annusa
ma occorre ancora del tempo
prima che la tua carne
diventi poltiglia e poi polvere
passa un cane ed attende
perseverante quanto il peccato.

Il vento afferra il lamento
che scivola dalla tua gola
l’ho sbatte contro i miei vetri
ma io, in balìa dell’acido
percorro il mio mondo apatico
alla ricerca della mia mente.

Vegliata dallo spaventapasseri
ti annoi fino a morirne
non hai più fiato né forze
ti addormenti nel mio giardino
forse germoglierai fiori
oppure fottuta gramigna.

  N° 2743 - 3 aprile 2014

                                               Il Custode

lunedì 15 settembre 2014

SMETTI DI SOGNARE

Scendi da questa tua notte
e smetti di sognare, amore
polvere di sospiri e lacrime
dondolano sulle tue ciglia
il vento, seppure sia carezza
li afferra tra le sue mani.

Hai gli occhi simili a mosche
sopra la tela del ragno
e tentano la via di fuga
ma il tuo dolore è veleno
che paralizza i tuoi muscoli
si inerpica verso la mente.

Risvegliati dall’incantesimo
scagliato da una strega maldestra
io lo sentivo, il tuo bacio
lieve bozzolo sulle tue labbra
pensavo ne nascessero farfalle
ma furono aculei sulla mia pelle.

Sulla battigia c’è un sasso
sotto quel sasso il tuo cuore
e pulsa che pare tsunami
sembra sia un’adirata marea
tu non dovresti rimpiangere
un amore che non ti ha amata.

Hai l’anima simile a spugna
fatta di tenebre, buche e crateri
e come serpenti moribondi
vi si annidano i tuoi desideri
tu li chiami ognuno per nome
immemore di quanto siano sordi.

Adesso io ti ritrovo supina
sopra il letto del tuo silenzio
tra lenzuola di pece ed oblio
ti supplico l’ennesima supplica
…smetti di sognare, amore
è il momento di tornare a vivere.

  N° 2742 - 2 aprile 2014

                                               Il Custode

L'UOMO CHE SCELSE LA NOTTE

Laggiù
oltre la linea sottile
di un frammento di luce
io ho voluto gridare
ma la mia voce era mite
ed è rimasta impigliata
alla punta di una stella.

La luna chiamava
ed innalzava le maree
lei sapeva il mio odio
verso le gelide acque
e mi offrì il suo mantello
io dovevo solcare le tenebre
allora lo avrei raggiunto.

Mi sono nascosto
forse solamente per noia
dentro un cespuglio di rovi
è là che io potei pensare
però la mia mente era muta
e guardava con troppa insistenza
quella distesa di pece.

Tu ti ricordi di me?
Domandai da sembrare sincero
come se mi importasse
quasi come ti avessi amata
sul promontorio sul mare
restavo seduto in disparte
persino dal mio destino.

Infine sono caduto
magari fu la distrazione
forse un amore maldestro
scintille di lucciole pigre
mormoravano in lontananza
però il tuo viso sbiadiva
sicché io scelsi la notte.

  N° 2741 - 1 aprile 2014

                                              Il Custode

sabato 13 settembre 2014

ESPLODE IL SILENZIO

Esplode il silenzio
fragoroso e graffiante
lo stringo nella mia mano
che dopo apro alla notte
e diventa foglia che plana
in bocca al vento vorace
inghiotte e sputa i frammenti
in faccia alla luna assopita.

Ho ancora un vago ricordo
di ciò che fu la mia voce
rinchiusa in una conchiglia
narrava racconti ai coralli
quando incrociava la tua
pareva perdere il suono
e precipitava sulle tue labbra
come un equilibrista in amore.

Sicché, marmotte curiose
i tuoi occhi mi percorrevano
io ero un bambino insolente
e non abbassavo lo sguardo
che si tramutava in tatuaggio
tatuato sopra il tuo viso
ed era davvero bellissimo
almeno così mi disse il corvo.

Una litania tra le fronde
tanto da mandare in estasi
i lupi scesi giù a valle
a salutare la primavera
qualcuno disse il tuo nome
tanto che io infine ti vidi
il mio cuore diventò cieco
fu quello il tuo sortilegio.

E mi ritrovai nel deserto
o forse nell’universo sperduto
da solo, con la mia anima
che scavava e faceva la tana
da qualche parte era sepolto
il sogno che tu promettesti
da qualche parte, molto distante
ma che delusione incredibile!

Esplode il silenzio
alla nenia del carillon
tu danzi un ballo assai macabro
ma soltanto dentro i miei sogni
il vento adesso si abbevera
con le mie lacrime aride
con questa mia voglia di vivere
diventata un tesoro sommerso.

  N° 2740 - 27 marzo 2014

                                                  Il Custode