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mercoledì 8 aprile 2020

SEPOLCRALE


Ho sete del tuo sguardo
quell’onda di lago salato
nel quale sono annegato
e non sono ritornato
…io mi sono perduto.

Si intona con il tuo viso
quasi che fosse la luna
appesa all’intera notte
che pure a me è preclusa
benché io le dedichi sogni.

Sono stanco di perderti
ritrovarti e perderti ancora
dentro questa girandola
di parole che paiono fuoco
e bruciano quanto il ghiaccio.

Lo spiraglio è sottile
al centro delle tue labbra
sembra nasconda sospiri
che io ho disimparato
che tu non hai mai pensato.

Scendo e guardo il silenzio
davvero io non ricordavo
che fosse così robusto
con le sue spine di latta
che mi trafiggono il cuore.

Voglio andare via
da questa sepolcrale vita 
che oramai mi ha reso folle
al mercato mi vendo l’anima
col ricavato mi pagherò il viaggio.

Ti chiedo il privilegio
di portare con me il tuo ricordo
non è molto, io lo ammetto
e però potrebbe bastarmi
a riempire la mia solitudine.

Ho vissuto così a lungo per te
fino a dimenticarmi
d’avere una mia esistenza
tanto che adesso la osservo
e nemmeno rammento chi sia.

Ho fame delle tue lacrime
quel pasto che mi nutriva
ogni volta che ero cattivo
e calmava i miei incubi
…i mostri che io avevo creato.

Esprimono la tua bellezza
la stessa che avevo chiuso
dentro un’arbanella di stagno
e penso si fosse bucata
poiché mi è volata via.

  N° 4039 - 8 aprile 2020

                                                Il Custode

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