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venerdì 24 aprile 2020

ECATOMBE

Non resta altro che cenere
e qualche fossile sparso
di una civiltà trapassata
travolta dalla tracotanza
sicché ci fu un’ecatombe
che non risparmiò nessuno.

Perduto lungo le strade
io mi muovo tra le rovine
sui grattacieli le insegne
di donne succinte e motori
il cielo pare in ginocchio
sopra le vie oramai mute.

Eppure il vento ancora soffia
alza la polvere ocra e antracite
questo pianeta era bellissimo
io l’ho visto negli ologrammi
ma era abitato da strani animali
con l’istinto per la distruzione.

Un ultimo sguardo a quel mondo
di macerie, carcasse e lamiere
nell’aria si annusa il profumo
di quando ancora c’era la vita
un’esplosione, o forse un virus
l’hanno trasformata in leggenda.

Io ritorno alla mia astronave
e mentre salgo sulla scaletta
mi volto per un breve istante
e mi sfugge una misera lacrima
quando rammento con nostalgia
che qui, un tempo, fu la mia terra.

  N° 4057 - 24 aprile 2020

                                                Il Custode

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