ed io non morirò mai…>>
però egli stava barando
poiché era morto da tempo
dentro il cuore e nell’anima
e nessuna donna, né amore
potevano riportarlo alla vita.
Sicché sollevò il calice
e brindò alla sua dipartita
a quella sottile pazzia
che danzava nella sua testa
e camminando carponi
percorse le tenebre intere
e lo fece per diversi secoli
ma non raggiunse la meta.
Aveva dentro la tasca
i sassi che non seminò sul terreno
e ancora una fotografia cara
quasi che fosse un santino
però dimenticò la ragione
per la quale egli si suicidò
forse fu soltanto per noia
oppure si era stancato di vivere.
Intanto qualcuno ancora gridava
il nome suo dentro il buio
ma benché sordo alle suppliche
egli scrisse un biglietto di scuse
e lo lanciò oltre il baratro
impigliato ad un fiore di loto
e attese, e passarono gli anni
che almeno lei lo leggesse.
N° 3865 - 17 novembre 2019
Il Custode
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