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lunedì 4 novembre 2019

MARCINELLE

Sono smarrito nel buio
dove mi manca il respiro
e sopra, in superficie
la mia salvezza è distante
che forse nessuno ha saputo
del crollo della miniera.

Ascolto, dentro le tenebre
lamenti e pianti sommessi
sicché io provo a chiamare
ma mi risponde la eco
che incespica per i cunicoli
si perde dentro le gallerie.

Lezzo di sudore e di metallo
e di vita che si congeda
io ho freddo, sopra l’argilla
pregna di acqua e rugiada
frattanto attendo la fine
oramai da chissà quanto tempo.

Partito dal Sud dell’Italia
ed esule in terra belga
se muoio chi mai avrà cura
dei miei figli, della mia sposa?
Sia maledetta questa miseria
che mi costrinse a dir loro addio!

Adesso la gente ha saputo
e per le strade di Marcinelle
la voce si sparge velocemente
come vino da una bottiglia infranta
ma io penso che sia troppo tardi
per poter rivedere la luce.

Sono esausto e senza più forza
tanto da non riuscire a pensare
tacciono i compagni defunti
sopra il letto di carbone e di olio
laddove io attendo la fine
e però non volevo morire…

  N° 3849 - 4 novembre 2019

                                                      Il Custode

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