che folgorò le falene
e i mari, persino le terre
si sollevarono come lenzuola
e lui, seduto sulla veranda
capii che era giunta la fine.
Sul suo dito, una farfalla
confessò di amarlo da sempre
e lo disse in punta di morte
con il cuore che palpitava
mentre il tuono dell’apocalisse
diventava un prepotente boato.
Sapeva di non avere speranza
e quando sentì il mostro arrivare
chiuse la farfalla nella mano
e chiuse gli occhi, finanche la mente
poi attese sia pur non sapendo
cosa mai dovesse aspettarsi.
…Dormì per chissà quanto tempo
come se volasse nella placenta
e al risveglio rimase sgomento
poiché ogni cosa era mutata
nessun suono, solamente silenzio
era vivo, e però a quale prezzo…
Si ripulì dalle zolle e dal fango
e sedette sopra uno scoglio
la farfalla piroettava nell’aria
alla ricerca di fiori e rugiada
però ovunque c’era desolazione
e null’altro, neppure i cadaveri.
Sospirò, l’uomo, con rassegnazione
ed osservò il lontano orizzonte
oltre il quale il sole splendeva
e magari c’era ancora la vita
si domandò, ma non ebbe risposta
perché sopravvisse all’estinzione.
N° 3856 - 10 novembre 2019
Il Custode
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