e mistifico un sorriso
putrefatto nell’anima
l’odore è nauseabondo
e però mi tiene in vita.
Avrei voluto averti
come tu desideravi
ma ti ho teso la mano
e, dinnanzi a me, l’oblio
faceva davvero paura.
Una eco nel buio
il pianto del tuo rimpianto
ogni lacrima verso il suolo
precipita nella voragine
dove il pavimento si agita.
Però tu sei bella
e adesso sei nostalgia
che si appiccica alla mia ombra
quasi ne fosse l’aurea
e non intende lasciarla.
Sarà stata la notte
raccolta dentro un anfratto
nel quale non circola l’aria
sicché il tuo profumo ristagna
ed io non lo so scordare.
E ti disegno
sopra la carta velina
se la matita dovesse bucarla
mostrerebbe quei fori profondi
che tu hai inferto al mio cuore.
N° 3875 - 26 novembre 2019
Il Custode
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