scheggia la tiepida brezza
e sale, la voce dell’onda
per accarezzare gli scogli.
L’orizzonte mi pare vicino
lo guardo, però non ti vedo
la bussola si è incrinata
occludendo la tua direzione.
In questa parvenza d’autunno
il vento ingrossa le acque
le mescola alla pioggia robusta
che impatta sopra la sabbia.
Chissà qual è, adesso, il mare
che ti bacia il viso e la pelle?
Resta l’ombra della tua bellezza
sopra i sassi del mio litorale.
Intanto i gabbiani rattellano
e stridono parole indecenti
ma oltre me, nessun altro
ascolta i loro improperi.
Io gioco con la solitudine
frattanto che attendo la sera
e lo faccio in totale silenzio
soltanto per sentirti tornare.
N° 3846 - 3 novembre 2019
Il Custode
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