come non l’ho mai saputo
e seppure io non ti
crederò
il cuore mio sarà felice
di avere trovato i tuoi
occhi
in una selva di sguardi
fasulli.
Stride la mia solitudine
come il ferro sulla
rotaia
e mentre sfoglio il
diario
non trovo alcuna pagina
libera
dove scrivere le tue
parole
da rileggere nei giorni
vuoti.
Però manca sempre qualcosa
che il mio senso di
libertà
cerca in un cespuglio di
rovi
io mi pungo e dopo
sanguino
e quel sangue è così
inebriante
che dimentico persino il
tuo viso.
Non ho visto mai tanta bellezza
fino a che non ho visto
te
e però sei qualcosa di
effimero
destinata presto ad
appassire
ma il suono della tua
voce
fa vibrare l’intera mia anima.
Adesso ho ricordi confusi
come tatuaggi che
sbiadiscono
ma ti accolgo sulle mie
rughe
quasi che tu fossi il
mio destino
mentre invece sei
un’incombenza
che mi rende più dolce
il silenzio.
N° 3616 - 22 aprile 2019
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento